MARCO CORRIERI

Mi allontanai dalla pittura perché ero alla ricerca di maggior senso di profondità e di tridimensionalità: quando disegnavo un albero o un castello, nella mia mente il soggetto compariva per intero, fronte, retro ed ogni dettaglio che non riuscivo per forza di cose a raffigurare nel disegno. La CG (Computer Graphics) mi diede poi un lavoro, cosa che non riuscì a darmi la mia passione iniziale.

Purtroppo il mercato dell'illustrazione e del fumetto in Italia è molto sottovalutato e svalutato.

Solo col tempo mi sono reso conto che in realtà con la ricerca della tridimensionalità cercavo in realtà di rendere l'anima del soggetto... e l'anima è un'entità astratta, è fatta di sensazioni, non è un oggetto concreto che puoi stringere tra le mani.

Purtroppo era troppo tardi, ero uscito da un mondo in cui era difficile rientrare.

Ma il richiamo della carta, della sua ruvida superficie, dell'atto di mescolare i colori alla ricerca delle giuste tonalità per poi stenderli ed osservarli mentre la carta li assorbe è troppo forte e sto cercando di darmi un'altra possibilità.
Pur non avendo mai smesso veramente di disegnare, ho deciso di ricominciare a nutrire con costanza questa passione che ha la capacità di portarmi letteralmente altrove mentre la perseguo.

La mia tecnica preferita è decisamente quella mista. Solitamente parto con uno schizzo a matita dalla mina dura (4h o 2h), per poi procedere a dare spessore e profondità con delle mine pi morbide e scure come la b o la 2b.

A questo punto devo scegliere se trattenermi dal continuare con il bianco e nero dando ulteriori toni di profondità con la 4b o 6b, oppure passare alla penna o al pennino per dare un tratto\tratteggio più deciso ed infine passare i colori con ecoline, acquerello, chine, tempere o acrilici.

La galleria sottostante è purtroppo abbastanza scarna: alcuni lavori non so più dove siano finiti, altri sono in Polonia ed in Norvegia.